IL TURKMENO - www.pastoredellasiacentrale.it - 349 33 35 668
Non è facile accettare che il proprio cane, quello preferito, sia invecchiato e che oggi rappresenti l’ombra di cos’è stato per molti anni. Oggi Kimè ha 11 anni e la salute non lo sta più accompagnando.
Gli etologi suggeriscono di moltiplicare per 7 l’età del cane e quindi lui è ormai un anziano di 77 anni ma molto acciaccato. I veterinario gli ha diagnosticato una strana forma di patologia al sistema nervoso che gli rende difficile la deambulazione, qualche problema alla gola lo ha ormai reso quasi afono ed una sospetta crescenza si sta ingrossando sul costato sinistro.
Io vorrei tanto mettere fine a questo tentennamento in quanto la mia angoscia di vederlo in quelle condizioni è ormai faticosa da sopportare ma lui continua a mangiare con appetito, frantumando con i suoi canini la carcassa di pollo crudo che gli do ogni mattina e la pagnotta di pane secco che mangia ogni sera. Prima di iniziare a mangiare si guarda ancora in attorno, come i vecchi tempi e ringhia ancora a chiunque si avvicini, tranne a mia moglie alla quale è anche disposto a cederle l’intero pezzo di carne. Infatti lui è da sempre il suo cane e per amor suo tollera anche me. Non ho mai permesso alle mie figlie di avvicinarsi quando mangia in quanto arrivò a casa nostra oltre i 2 anni ed aveva già quell’abitudine di essere esageratamente geloso del suo cibo. Fu lui un giorno a decidere che mia moglie poteva toccare ogni sua cosa, forse non riservò mai a me lo stesso privilegio causa un duro scontro che ebbi quando dovetti “toglierli” , con molta energia, un malcapitato che era entrato senza avvisarci nella nostra proprietà.
Il suo pelo è ancora molto lucido, quando è accucciato il suo sguardo è ancora molto fiero ma quando si alza e cerca di deambulare è straziante vederlo nella sua fatica, anche un piccolo gradino di pochi centimetri è diventato un suo grande problema.
Ha ancora un istinto sulla guardia eccezionale: non potendo più correre si staziona tutto il giorno e tutta la notte davanti al cancello per poter essere già lì a fare il suo lavoro. Non capitò mai una volta che Kimè, nella sua vita di cane da guardia, si fece trovare impreparato e credo che se non interverremo prima noi, sarà proprio davanti al portone che vorrà emettere il suo ultimo respiro.
Nonostante i suoi acciacchi ha mantenuto un marcato istinto sessuale, ogni volta che sente una femmina nelle vicinanze che è in calore mugola ancora come i vecchi tempi.
Quindi mia moglie ed io continuiamo ad essere incerti sul da farsi, vorremmo sapere cosa prova lui, ovvero se è contento del nostro affetto, visto che continua a nutrirsi con appetito o se sta soffrendo per il suo declino. Lui non è mai stato un cane qualsiasi, la sua fierezza e dominanza sono sempre state superiori a chiunque. Ho girato il mondo ma di Kimè ne ho incontrati pochi o forse nessuno. Nelle mie letture cinofile ho imparato che i cani vivono il presente e fortunatamente non pensano al futuro, che non posseggono il nostro maledetto ego e quindi mi voglio consolare credendo che lui soffra, psicologicamente, meno di me.
Il rapporto con Burka era ormai diventato difficile, lei è una GRANDE femmina alfa ed ha necessità di un grande maschio vicino, ovvero chi rappresentò lui in tutti i suoi anni: bastava un suo sguardo per annientarla immediatamente. Non osò mai affiancarlo alla recinzione, infatti io dovetti sempre separarli per dimostrare ai miei visitatori quanto potente era lei, da sola, nel difendere la nostra proprietà.
Negli ultimi tempi lei lo umiliava brutalmente, lo sopraffaceva sia fisicamente che psicologicamente in quanto questa è la legge della natura che noi non capiremo mai. Gli rubava il cibo, cosa che prima non si permise mai di fare una sola volta anche se lui si allontanava per andare al cancello a fare il suo lavoro di guardiano. Non voleva più che si avvicinasse al nostro tavolo quando stavamo mangiando e se lui provava a ribellarsi lei gli mostravai suoi denti fino quando lui non abbassava la testa. E questo noi non siamo più riusciti a sopportarlo ed abbiamo quindi deciso di metterlo nel cortile posteriore, durante il giorno, dove lui ha meno stimoli e può rimanere più tranquillo e spostarlo ogni sera nel giardino anteriore dove per anni lui è stato il “Padrone” indiscusso.
Devo dire che ha accettato favorevolmente questa nostra decisione in quanto dimostra entusiasmo sia alla sera quando entra nel giardino anteriore che la mattina quando deve andare nella parte posteriore. Ogni mattina è già laggiù in attesa di entrare, quasi non volesse farmi perdere tempo ad aspettarlo nei suoi lenti spostamenti. (O forse questa è solo una mia patetica fantasia di “proprietario” angosciato).
Non so perché ho deciso di scrivere questo pezzo, forse per soffrire stupidamente ancor di più nei miei ricordi di chi era lui fino ad un anno fa o forse per trovare liberazione nello scrivere i miei pensieri o forse semplicemente per rendergli omaggio di cos’ha rappresentato per noi in tutti questi anni. Quanti ricordi!
Sembra solo ieri quando dovendogli fare la anestesia, per un piccolo intervento, il veterinario che non lo volle in studio decise di venire a casa e di operarlo nel nostro cortile. Ovviamente incaricò me di fargli l’iniezione. Erano solo pochi mesi che era diventato mio e ancora mi scrutava in ogni movimento. Decisi di legarlo ad una catena e tenendomi la siringa nascosta dietro la schiena pensavo di coglierlo di sorpresa. Ma non lo conoscevo ancora bene! Lo avvicinai parlandogli con voce pacata, lo accarezzai con una mano e gli iniettai rapidamente la anestesia. Lui appena si sentì pungere emise un profondo ringhio, si alzò come un orso. Io dallo spavento caddi a terra voltandogli la schiena e portando istintivamente le mani a protezione della nuca, me lo sentì venire sopra ringhiando, ma non infierì su di me minimamente e lì capii il suo grande equilibrio. La potente iniezione riuscì solo ad intontirlo e servì ben altro per addormentarlo completamente. Ricordo ancora le precauzioni di sicurezza che volle prendere il veterinario prima di iniziare l’intervento!
Oppure il giorno che un addestratore volle provare il suo coraggio (ed io stupidamente accettai): gli sparò 8 colpi a salve di calibro 9 a pochi centimetri dalla muso, aldilà della recinzione. Lui per ben 7 volte cercò di azzannare la canna della pistola e solo all’ottavo, credo solo per i l fastidio dei colpi, decise di indietreggiare di pochi metri senza comunque dimostrare il minimo timore. Fino a poco tempo fa, ad ogni temporale estivo, lui correva sotto la pioggia con intenzione di addentare i fulmini che si scaricavano dalle nuvole e vi assicuro che ai piedi della montagna dove abito i temporali sono molto consistenti.
Ricordo quando vollero vedere se mordeva e si presentarono bardati di tute da addestramento. Lui sbalordì tutti nella sua determinazione e gli stessi addestratori furono per me una grande pubblicità fra gli appassionati cinofili di cani da lavoro.
Quando qualcuno cercava di corromperlo con voci gentili per vedere se cedeva e si lasciava conquistare con le buone maniere.
Quando litigai con un vicino di casa e lui intervenne a proteggermi.
Quando mi entrò uno sprovveduto nel cortile e furono guai per tutti.
Quando me lo portai a casa legato nel baule e noi dovemmo entrare ed uscire dal retro per una settimana.
Quando di ritorno da un campo di addestramento decisi di prenderlo dalle zampe anteriori e fargli fare anche a lui il “plaz” come avevo visto alla scuola. Lui mi spiegò in pochi secondi, ma senza procurarmi danni, che i sistemi “germanici” a lui non piacevano per niente ed entrambi dovevamo stare al nostro posto senza perderci di rispetto a vicenda. E’ sempre stato entusiasta di sedersi di fronte a me e di porgermi spontaneamente la sua zampa ma lui non voleva essere trattato come un burattino.
Quando passò tutta la notte per custodire un pupazzo di neve che le mie figlie avevano eretto nel pomeriggio.
E molto altro ancora che ormai appartiene al passato.
Oggi mi rimangono solo più i suo figli IRAN, TEJEN e TUNDRA che sembra al padre in miniatura. Solo lei ha ereditato il suo ringhiare particolare (con risucchio) molto simile a quello di un lupo lo stesso che viene rappresentato nel centro “UOMINI e LUPI” nella rappresentazione di una tana con la cucciolata.
Infatti Tundra ha un solo un calore ogni anno come i suoi antenati selvatici. Anche lei non permette a nessuno di avvicinarsi a qualsiasi oggetto che io deposito nel giardino ed è una compagna molto dura per qualsiasi maschio che le affianco a rotazione. Il migliore fino ad ora e stato Kayman in quanto ha un cuore grande quanto è GROSSO lui.
Solo pochi giorni fa un amico è stato nel mio allevamento ed uscendo mi ha detto: “Ogni giorno che vengo qui, trovo cani sempre più forti”, …ma io devo dire onestamente che Kimè fu ancora sempre qualcosa in più: forza, diffidenza, dominanza, prepotenza, massimo equilibrio ed intelligenza, estrema dolcezza con le mie figlie, con i gatti di casa ed ogni altro animale che gli presentammo.
Lu, da gran signore,i ci perdonò tanti sbagli che commettemmo, per inesperienza, con un GRANDE cane come lui.
Kimè nacque e visse da autentico GUERRIERO e purtroppo oggi è arrivato al suo tramonto.
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