IL CANE PASTORE TURKMENO
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08/11/2011 - STORIE DI CANI - ARC 5



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KIVA: una femmina molto “aborigena” …ma di Torino!

 

In questi miei anni dedicati al cane da pastore dell’Asia centrale da lavoro, selezionato per la guardia alla proprietà, devo dire che di “parole” inutili sulla razza ne ho sentite tante, …anzi tantissime.

C’è chi vanta le proprie linee di sangue turkmene, altri sono concentrati su quelle uzbeke, tagike, kazache, pare che oggi siano ancora più gettonate quelle di seconda generazione: russe, moldave, lituane, etc.. e chi più ne ha più ne metta, ma di femmine con il carattere forte come ho prodotto io, perdonatemi la presunzione, per adesso ne ho incontrate ben poche in tutto il mondo e ciò vale anche per i territori dove questo cane trova le sue origini e che io ho visitato più volte.

La più grande delusione che provai “esplorando” l’Asia centrale fu proprio lo scarso carattere delle loro femmine utilizzate come fattrici, ad esempio in Tagikistan non ne ho incontrata una sola che sapesse reggere la sfida di un uomo, ottimi maschi di cui alcuni eccellenti, ma di femmine veramente forti nessuna. Un caro amico allevatore di Dushambe ne possedeva un paio che nella gabbia erano abbastanza coraggiose ma fuori di lì erano agnelli. Anche quelle aborigene che incontrai fra i pascoli non mi entusiasmarono molto, quasi tutte abbaiavano all’estraneo ma non avevano il coraggio di avvicinarsi all’uomo che avanzava nella loro proprietà. In Uzbekistan ne ho trovata una sola, molto minuta ma abbastanza coraggiosa. In Turkmenistan dove mi sono recato ben due volte scandagliando ogni angolo che mi è stato possibile visitare, sono ancora in attesa di visionare almeno i filmati di quanto mi era stato promesso a parole dagli amici locali e che nessuno ha saputo mostrarmi.

Grandi cani da combattimento, veri gladiatori che si esibiscono ogni domenica in un penoso spettacolo ma di cani da guardia veramente pochi e femmine nessuna. Come ho già scritto più volte, ad Ashgabat ho una femmina che mi è stata regalata in segno di fraterna amicizia, i suoi antenati sono i mitici Gara-Yekemen e Ak-Yekemen, morfologicamente è eccellente, portarla a casa non sarebbe facile ma nemmeno impossibile e potrei farmi molta pubblicità, ma per adesso preferisco lasciarla dov’è in quanto il carattere che mi era stato promesso, per ora non è mai emerso nemmeno in parte.

 

Certamente gli appassionati sono liberi di sognare, c’è chi prova soddisfazione a ripetere tutti i nomi esotici segnati sul pedigree del suo cane, alcuni sono così difficili da pronunciare che la lingua rischia di attorcigliarsi in bocca e rimanere paralizzata.

Meno di un mese fa ero nel Sud Italia ed ho visitato il proprietario di soggetti tanto enormi da poterli cavalcare. Uno grande quanto un elefante e con una testa almeno tre volte quella di Annibal, scodinzolava affettuosamente in attesa di qualche carezza, ma fui subito ammonito di non avvicinarlo perché, a detta del suo padrone, mi avrebbe “mangiato”!?.

Altri erano “giocosi” dietro un cancello alto un metro, pensavano a tutto tranne che fossero arrivati estranei nel cortile, ma anche in quel caso alcune frasi giustificarono quei comportamenti: “Adesso è giorno, loro attaccano solo di notte! – Quando ci sono io sono indifferenti all’estraneo ma in mia assenza diventano leoni!” ed altre frasi di cui sono nauseato ormai da anni.

 

La stessa cosa succede facilmente in Asia centrale, tranne i pastori che parlano molto poco e spesso non è facile ottenerne la traduzione originale dalle guide, per il resto sono i fiumi di parole degli allevatori che esaltano molti cani che vengono esibiti nei cortili delle moderne capitali. Anche laggiù si stanno organizzando a produrre gli OVER 100 Kg. e quindi presto vedremo anche in Europa cani simili a mammut di origine turkmena.

 

La stessa madre del mio Annibal era una femmina mediocre, com’è molto diffidente ma con poco coraggiosa era quella di Zar (..il padre di Kiva, citata in questo articolo), anche all’Est è molto difficile trovare femmine forti che, aldilà delle parole dell’allevatore, se la sappiano poi cavare realmente.

Dopo centinaia di prove reali di intrusione fatte in Ungheria sui pastori dell’Asia da lavoro, con uomini vestiti di “scafandri”, una sola femmina continuò ad attaccare ripetutamente l’estraneo, quella era Borgia, la sorella di Kime, di cui però non furono mai disponibili i suoi cuccioli. Io ho una sua sosia, è la nipote, ovvero Tundra la figlia di Kimè, ma dopo un’attesa di due anni per vedere un calore, anche lei non ha mai permesso a nessun maschio di avvicinarsi per la monta.

 

La femmina veramente forte di carattere oltre ad essere una rarità è anche molto problematica nella riproduzione, spesso non accetta qualsiasi maschio che le si propone, ha calori irregolari, non è una fattrice così attenta ai cuccioli, dopo pochi giorni dal parto vuole già ritornare la protagonista nella guardia e tutto questo non aiuta il buon fine della cucciolata. 

 

Quindi non è mai facile, anche se questa è l’unica strada da perseguire se si vogliono riprodurre cani veramente validi nella guardia.

 

Molto simile è la storia di Kiva (che vedrete nel filmato), una mia femmina che ho affidato ad un amico/cliente di Torino che due anni fa acquistò un ottimo cucciolo maschio.

Il mio obiettivo era accoppiarla con lui per ricavarne dei cuccioli eccellenti ma per adesso non è successo nulla. Lei è assolutamente dominante e durante i calori non consente mai al maschio di coprirla in quanto non lo considera ancora il suo capobranco. Il giovane “rampollo” di 2 anni è molto forte, sia nella guardia che coraggiosissimo contro altri cani maschi, direi quasi temibile, ma Kiva, anche se passa la sua esistenza in un piccolo cortile di una villetta in periferia di Torino, ha sangue veramente aborigeno.

 

Era nata da Burka e Zar e come altre sorelle di cucciolate precedenti era dotata di un pelo leggermente più lungo, non fu molto precoce nell’esprimersi ma io avevo notato fin da subito che possedeva qualcosa di particolare. Decisi che non l’avrei venduta.

La affidai invece a quest’amico e non appena entrò in quel cortile di Torino fu subito la “responsabile della vigilanza” ed ancora adesso domina sul maschio, un anno più giovane.

La sua struttura moderatamente robusta ed il suo muso lupoide la rendono di una morfologia eccellente, molto diffusa fra i cani dei pastori nomadi del deserto. Il suo aspetto lupoide è quanto fa la differenza da molte altre, al contrario di cosa si continua a leggere nella "cinofilia mitologica" occidentale.

E’ proprio il loro muso allungato che rendere i cani da pastore più efficaci contro i predatori nella protezione del gregge. Per capire ciò, basterebbe che molti cinofili si “risvegliassero” dal loro sonno e con un po’ di umiltà si chiedessero: “Ma se la Natura ha dotato di un muso affusolato il più grande predatore delle foreste, come si può pensare che la trasformazione genetica causata dall'uomo sui cani da pastore possa aver creato soggetti più efficaci di lui solo perché strutturalmente più massicci?”. Il lupo non teme i cani grossi (è abituato ad uccidere anche i bisonti con una sola presa al collo), anzi si diverte un sacco in quanto nessuno di loro è capace di raggiungerlo negli inseguimenti e quindi può tranquillamente pattugliare attorno al gregge fin quando metterà a segno la sua predazione. Ma questa realtà pare non venga più percepita dall’uomo moderno che è sempre più affascinato da ciò che è  “ più grande” senza valutare se è ugualmente efficace. Ho appena ricevuto in regalo un video che mostra alcuni enormi “Patù” messi di guardia ad un gregge nel parco francese del Mercantour, dov’è ricomparso il lupo. E’ divertente vedere i lupi come se la ridono inseguiti da questi lenti pachidermi di ultima generazione, dopo poco tempo si fermano con il fiatone, abbandonano l’obiettivo, mentre il lupo che non ha consumato energie, riattacca su un altro fronte.

 

Quindi, cari amici, se volete vedere una femmina molto aborigena, non è il caso che vi immergiate nell'esotico "nulla" dell’Asia centrale, a Torino ce n’è una e si chiama semplicemente Kiva, un nome corto e molto facile da pronunciare, ma quella il “sangue” medio-asiatico ce l’ha veramente,  …e si vede!!

 

Cliccare QUI per vedere il filmato.

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