IL CANE PASTORE TURKMENO
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27/07/2013 - STORIE VERE SUI CANI DA GUARDIA (Video 4)



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SKUALO : ..nato con lo spirito di un Samurai! (VIDEO)

Nella mia vita di cinofilo, ho incontrato pochissimi cani che potessero reggere il confronto con il mio Skorpion, cane di eccezionali qualità caratteriali, miste ad un’agilità unica nella razza: bene, SKUALO è uno di questi!

Quando decisi di rinunciare a Shogun, credevo che non avrei più trovato un cane di tale morfologia, invece SKUALO è il cane che ha ridato tale gioia ai miei occhi, in quanto con lui la Natura è stata ancora più generosa. SKUALO ha tutto quanto serve al posto giusto, un collo poderoso ed un ampio petto per la sua potenza, un posteriore minuto per la sua agilità e due tipici speroni da cane rustico che lo rendono ancora più autentico nel suo genere di cane da pastore.

 

Quando feci il mio secondo viaggio in Turkmenistan, durante una giornata di riposo dalle varie spedizioni nel deserto, ebbi il grande onore di poter incontrare un personaggio mitico nel mondo dei cani da pastore dell’Asia centrale turkmeni, Mr. Atageldy,

 

 

proprietario del grande Gara Kelle, un cane che negli anni 1980, 1981, 1982, non conobbe sconfitte.

 

 

Come ho già scritto più volte, l’Asia centrale, non molto lontana dalla Cina dove i cani rappresentano addirittura un cibo prelibato e con una radicata cultura mussulmana non troppo propensa all’amore per i cani, è tutt’ora patria di combattimenti dove persone, famiglie o addirittura veri e propri clan, si sfidano spesso facendo scontrare i loro beniamini.

In teoria si tratterebbe di un’antica tradizione, non comunque confermata dai pastori autentici che lavorano nei pascoli, in pratica, io credo che non sia altro che uno strano modo di socializzare fra uomini di ceti diversi che solo in quell’occasione, si possono incontrare e sentirsi più o meno tutti uguali, anzi, se il cane di un “povero” risulterà il vincitore, è facile che sarà presto acquistato da una persona facoltosa disposta ad offrire un lauto compenso in cambio dell’’animale ed il suo padrone, prima un ignoto abitante del villaggio, diventerà un più famoso.

 

E’ una realtà ignobile, nulla a che vedere con gli scontri che avvengono istintivamente fra veri cani da pastore nei pascoli di tutto il mondo, durante i periodi dei calori delle femmine o per difendere il loro gregge, ma l’uomo è anche questo e specialmente se vive in simili realtà, ancora un po' fuori dal mondo, non ha motivo di riflettere se sia giusto o meno quello che stia facendo.

 

Io sono assolutamente contrario ai combattimenti fra cani e posso sostenere fermamente che il vero cane da pastore, quello aborigeno che vive e lavora con le famiglie di pastori nomadi, ha ormai solo più poco a che vedere con certe selezioni fatte nelle capitali dell'Asia centrale e mirate a tali barbare finalità. Ma se si è appassionati della razza e si decide di recarsi nel continente medio asiatico per studiarla nei minimi dettagli, non è possibile evitare di incontrare certi personaggi in quanto anche loro fanno parte della storia di questo cane.

 

In quegli ambienti, Mr. Atageldy è una sorta di “guru”, in quanto anziano allevatore e selezionatore di soggetti con storiche prestazioni.

 

 

Mi fu presentato da un amico turkmeno ed io ebbi così l’occasione di parlare al lungo con lui su alcuni dettagli morfologici e funzionali di quel cane che loro chiamano ancora “Turkmen Iti”. 

Mi raccontò molte cose, ma ogni pochi minuti il discorso ebbe sempre occasione di ricadere su quel "campione" che rappresenta ancora oggi in Turkmenistan un irremovibile mito della razza. Ricordo che ad certo punto mi disse: “Di Gara Kelle ce n'é stato uno solo, come lui non ne vidi mai più. Era nato per essere il migliore! Il suo carattere, misto alle sue qualità atletiche, lo rendevano superiore a qualsiasi altro cane.”

 

E la prima volta che io rividi SKUALO a 15 mesi, pensai subito a quei racconti di Mr. Atageldy su Gara Kelle, un po’ perché  la maschera che presentava sulla testa, era molto simile alla sua,

 

 

ma innanzitutto perché un fisico di tali proporzioni, non mi era capitato molte volte di poterlo incontrare. La sua muscolatura, mai eccessiva ed ancora in fase di completamento, sembrava fosse stata studiata in un laboratorio di fisica per ottenere il massimo risultato fra potenza ed agilità. Con SKUALO, la natura era stata molto generosa!

 

 

Nato da un accoppiamento di Orsa x Annibal, decisi inizialmente di chiamarlo Orso per due semplici motivi, il primo perché si presentava con un pelo molto folto, simile a sua madre Orsa,

 

 

il secondo perché spesso si alzava su due zampe come un piccolo orsacchiotto.

 

 

Diede subito dimostrazione del suo carattere, tanto da rivelarsi, già in età prematura, un cucciolo molto predisposto a perlustrare il territorio e segnalare qualsiasi estraneo che si avvicinasse alla proprietà.

 

 

A dire la verità, me lo sarei già tenuto allora come futuro riproduttore ma, poi, decisi di cederlo ad un amico del centro sud che aveva già una mia femmina molto bella, figlia di Neera x Iran e probabilmente sbagliammo tutti due. Il mio amico, preso dall’entusiasmo di poter possedere un maschio di forte carattere, non considerò attentamente la situazione logistica della sua abitazione, inserita in un ambiente strettamente residenziale. Ed io che non seppi negargli la vendita, cosa che invece faccio normalmente quando m'interessa un cane per la mia selezione.

Fin quando Orso rimase ancora cucciolone, tutto si dimostrò facilmente gestibile, quando invece iniziò a diventare “grandicello”, la sua esuberanza fece ben pensare che quella collocazione non era ottimale. Orso aveva energie ed un carattere da coprire attivamente un territorio di alcune migliaia di metri e non poteva certamente adattarsi in un giardino di poche centinaia.

 

Ricordo la faccia “da funerale” del suo padrone e del figlio quando me lo caricarono nel bagagliaio della mia automobile, come ricordo anche bene cosa pensai in quel momento: “Se buco una ruota per strada, sono rovinato!”. E chi l'avrebbe mai fatto scendere dall’auto quel “animalaccio!”. Orso aveva solo 15 mesi, ma bastò uno suo sguardo per farmi capire che non saremmo diventati presto amici.

 

Quando arrivai a casa, ormai notte, dovetti mettere tutto il mio ingegno per farlo entrare nell’apposito recinto dove avremmo provato a socializzare nei giorni successivi. Come scese dal'auto, alzò la sua coda in segno di grande dominanza e da allora non ricordo più di avergliela vista abbassata, se non quando si avvicina a noi per prendersi le coccole.

 

La mattina seguente mi aspettò per darmi il “benvenuto”, mostrandomi la sua dentiera per intero, io provai a mettere un mio guanto fra la recinzione e lui lo addentò senza troppi complimenti: capii subito che il giovane era ancora più "tosto" del previsto!

 

Impiegammo alcuni giorni prima di diventare amici “aldilà delle sbarre”, cosa insolita per un cucciolone che solitamente, in meno di 48 ore, sente già la necessità di appartenere ad un nuovo branco. Poi decisi di aprirlo, lui fece un giro di perlustrazione nel cortile, senza tenermi minimamente in considerazione né lasciarsi avvicinare troppo, anzi quando mi passava vicino inturgidiva ancor più la coda, pur non dando segni di aggressività.

Il bello venne quando decisi di rimetterlo dentro, lui preferiva ovviamente stare in cortile e poco valsero i miei pezzi di pane o carne che provavo a gettargli per convincerlo ed entrare. Andai a prendere il guinzaglio, mi avvicinai, cercai di parlargli con calma ed entusiasmo ma, quando fui a circa un metrò, lui mi avvisò di non proseguire nel mio intento con una poderosa dentata a vuoto che mi parse una martellata su un'incudine. Fu solo dopo alcune ore e molti tentativi che riuscii a convincerlo a rientrare per mangiarsi un bel po’ di cibo prelibato che gli avevo preparato.

 

Dal giorno dopo, ogni vota che lo liberavo, iniziai ad indossare una manica protettiva, aspettando che fosse lui a decidere di avvicinarsi e quando mi spostavo troppo velocemente nella proprietà, iniziava a girarmi intorno come uno squalo, con la sua coda simile alla pinna del predatore dei mari e fu così che decisi di chiamarlo: SKUALO!

 

Bastarono pochi altri giorni per farmi convincermi che senza dubbi, avrebbe fatto parte anche lui dello “staff” riproduttivo de “Il Turkmeno”, cani come SKUALO se ne trovano pochi, specialmente con la sua precocissima determinazione e grinta nel lavoro di guardia. Sembrava nato con lo spirito combattivo di un Samurai!

 

 

Oggi SKUALO è un cane eccezionale in tutti sensi e dimostra a tutta la mia famiglia un’affettuosità superiore alla media. Ogni volta che entriamo in cortile, si avvicina con atteggiamenti molto calorosi, come ringraziarci per far parte del nostro branco. Non esista mai a buttarsi sulla schiena, in segno di massima fiducia e per giudicarlo nella guardia, credo basti visionare il suo filmato.

 

 

I cani forti come lui, non hanno mai bisogno di troppe parole e giustificazioni dei loro padroni, si fanno capire molto bene da soli, basta ammirarli nelle loro prestazioni!

 

Cliccare QUI per visionare il Filmato di SKUALO!

 

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