IL CANE PASTORE TURKMENO
sikurt - sicurezza abitativa anticrimine
 
07/09/2014 - LACKY e AKBASH: …”inviati speciali” per una missione importante!



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IL TURKMENO - www.pastoredellasiacentrale.it - 349 33 35 668

Val Maira - Celle Macra, Cuneo. Difendere il gregge dagli attacchi dei lupi.

A cura del CISCAL - Centro Italiano Selezione Cani Anti Lupo

 

Il recente ritorno del lupo sulle Alpi italiane non solo ha messo in crisi i pastori e i malgari che in estate conducono i loro capi in alpeggio, ma è anche riuscito a sconvolgere un po’ la vita di chi oggi alleva cani da pastore, oltre ad obbligare le Regioni a doversi inventare alcune figure professionali capaci di assistere chi sale in montagna e necessita di difese contro l'astuto predatore.

 

 

Fino ad alcuni anni fa era facile per tutti parlare di cani da pastore idonei a vivere con le pecore e capaci di proteggerle dai lupi, anzi, direi che le leggende si sprecavano visto che nessuno aveva più avuto la necessità di metterli alla prova!

Per decine di anni, molti cani da pecore di tutte le razze non hanno fatto altro che mangiare e dormire nelle gabbie degli allevamenti o peggio ancora sui comodi sofà degli appartamenti, sgranchirsi con qualche corsetta in giardino o "passeggiatina" al guinzaglio, per poi venire ben lavati e pettinati ed essere condotti ogni domenica a una delle tante esposizioni di bellezza dove accaparrarsi - per orgoglio del padrone - qualche “coppetta” e “coccardina” e considerati “Grandi Campioni” in base alla loro morfologia. Oggi sono ancora milioni i cani da gregge ritenuti “eccellenti” di razza e utilizzati per la riproduzione in tutto il mondo, nonostante non abbiano mai visto da vicino un solo capo di bestiame. E guai a parlare ai loro allevatori dell’ENORME differenza caratteriale che intercorre fra un soggetto da esposizione e un altro da lavoro: ancora oggi si infuriano senza voler sentir ragioni e sostengono che qualsiasi lo campione sarebbe in grado di svolgere al meglio l'attività lavorativa per la quale fu selezionato in origine.

 

 

Quando mi trovo in Abruzzo fra alcuni amici pastori e voglio farmi quattro risate, aspetto sempre che il vino faccia il primo effetto e poi chiedo di raccontarmi un avvenimento realmente accaduto alcuni anni fa. In occasione di una fiera dedicata agli animali da gregge, veniva da anni organizzato un concorso di bellezza dedicato al cane Maremmano-Abruzzese e - in un’epoca dove la gente e particolarmente attratta dalla forma esteriore dei cani - è ovvio che quelli d’allevamento, ben lavati e pettinati, risultino sempre più gradevoli al pubblico rispetto agli altri da lavoro, sicuramente meno belli, sporchi e a volte anche un po’ sgangherati dalla dura vita in alpeggio. E' facile comprendere come i pastori (nati e cresciuti in Abruzzo, nonchè veri creatori e intenditori della razza) si sentano ovviamente un po’ "snobbati" dai cinofili moderni che, a detta loro, non sanno manco cosa sia un vero cane da gregge.

Al momento della premiazione pare inoltre che l’organizzatore si fosse dilungato un po’ troppo nel vantare le eccellenti doti di un cane maschio appena diventato campione di razza per la sua “eccellenza” morfologica scatenando così la razione di uno di quei pastori. Quest'ultimo - che conosco molto bene per il suo temperamento intollerante - non esitò un solo istante a prendere un suo soggetto appena sceso dall’alpeggio e buttarlo di peso nello stesso recinto dove era ricoverato il grande campione. In poco tempo accadde il finimondo e fu quasi commovente vedere la “Grande Star” urlare dalla disperazione, cercando di scappare in ogni modo per sottrarsi alla furia del suo “compagno” che era appena sceso dalla montagna. Eppure appartenevano entrambi alla stessa razza!

 

 

Specialmente qui al nord, dove il lupo non si faceva più vivo da oltre cento anni e con lo sviluppo industriale anche la pastorizia stava per scomparire, si era ormai persa completamente la cultura sul cane da guardiania capace di proteggere il bestiame, sostituito invece dall'atro più idoneo nel condurlo e tenerlo raggruppato.

Adesso che invece i lupi sono improvvisamente ritornati (chissà come mai!?), la vita in alpeggio ha subito un notevole stravolgimento. La gente delle borgate si dice spaventata (forse esagerando anche un po’ nel lamentarsi di un avvenimento così naturale), i turisti e i commercianti delle vallate protestano, i cacciatori vorrebbero abbatterli tutti, mentre i politici locali ne fanno spesso oggetto di scontro durante le solite campagne elettorali. E per porre rimedio a tutto questo si stanno anche impegnando le Regioni, accusate da tutti di aver reintrodotto il predatore sulle montagne che, in fretta e furia, si sono dovute “inventare” alcune figure professionali per provare ad assistere chi è costretto a subire i danni che arreca il predatore.

 

 

Sono quindi “spuntati” vari “lupologi”, che raccontano la loro versione sul predatore e si apprestano a fare i sopralluoghi ogni volta che i lupi mangiano qualche animale, gli “specialisti del pascolo", che dovrebbero “reinsegnare” ai pastori come proteggere le loro greggi dagli attacchi. Si tratta spesso di personale molto disponibile, costituito da gentili e giovani veterinari che cercano di fare il possibile per trovare rimedio, ma né la psicologia del lupo né tanto meno quella dei cani da pastore è così facile da capire in pochi anni di studio ed esperienza sul campo.

 

Fatto sta che oggi fra i pastori del Nord Italia, completamente impreparati a contrastare il selvatico e a convivere con i cani da guardiania, se ne sentono raccontare di tutti i colori. Pare infatti che molti dei cuccioli affiancati fino a ora ai pastori piemontesi provengano da allevamenti più orientati alle esposizioni di bellezza che al lavoro in alpeggio e siano stati assegnati solo perché appartenevano a una specifica razza, come se qualsiasi soggetto fosse predisposto in egual misura a svolgere questa difficile mansione. Molti credono ancora che basti una qualsiasi coppia di cani da guardiania per scongiurare gli attacchi dei lupi e, a chi decide di utilizzarli, vengono spesso impartite nozioni sulla loro gestione che spesso risultano insufficienti, al punto che i proprietari delle greggi continuano a lamentarsi dell’inefficienza dei loro cani. Alcuni si manifestano troppo giocherelloni con tutti, privi di ogni diffidenza e carattere necessario per fronteggiare il predatore in caso di necessità, altri debbono rimanere legati a una catena perché abbandonano le pecore e vanno a spasso per la montagna, oppure attaccano loro stessi i capi di bestiame.

 

 

Ma la sfida fra lupo e cani da guardiania è vecchia di millenni e nulla ha che a vedere con la cinofila moderna ormai tutta orientata ai cani da compagnia, da addestramento e da bellezza.

Il cane da gregge è un mondo a parte che deve essere interpretato nella giusta maniera: non basta essere un cane Maremmano-Abruzzese, un Patou, un pastore del Caucaso, dell’Asia centrale, dell’Anatolia, etc., per risultare idoneo alla vita del gregge. Lo so che farebbe comodo a tutti assegnare un cucciolo a caso di una razza di cane da pastore e aspettarsi che possa risultare portato a fare la guardia nelle case, alla protezione del  gregge, a giocare con i bambini, alla pet-therapy e molto altro ancora. E' altrettando vero che alcuni allevatori disonesti o incompetenti promettono questo, ma la realtà è ben altra e, quando un soggetto risulta idoneo a una mansione, quasi mai può anche essere utilizzato con successo per un’altra, indipendentemente dalla sua razza.

 

Spero che questo concetto inizi a essere presto assimilato sia dai "giovani" pastori che dalle Amministrazioni Regionali che si stanno avvicinando a questo mondo ancora del tutto sconosciuto.

 

Egidio abita in provincia di Cuneo, nei pressi di Dronero e ha deciso da alcuni anni di dedicarsi alla pastorizia per la grande passione che nutre nei confronti di tutti gli animali. Fa ancora il falegname ma, con l’aiuto di suo figlio "Lello" di 11 anni e di un pecoraio albanese, ha iniziato due anni fa a portare le sue pecore in alpeggio, sognando di poter vivere un giorno solo di questa professione.

 

Avevo da pochi mesi iniziato il mio lavoro con vari cani anti lupo (5 esemplari di cui 3 maschi e 2 femmine introdotti nel Gregge Pellegrino Graziano di Peveragno, ogni estate condotto in alpeggio a Saretto di Acceglio in Alta Valle Maira), quando sono stato contattato da un amico dello stesso perché esisteva un’emergenza da risolvere in una località della vallata. Egidio aveva appena portato le sue pecore in alta montagna sopra Celle Macra e poco dopo una coppia di lupi gli aveva già predato due pecore e tre agnelli ormai cresciuti.

 

 

Trattandosi di una zona molto isolata, boschiva e spesso nebbiosa, non è difficile capire  perché rappresenti l'habitat ideale del predatore; inoltre tutto faceva pensare che ci fosse la presenza di una femmina con i cuccioli nati da poco e che i lupi sarebbero quindi ritornati molte altre volte durante la stagione.

 

Dopo essermi fatto raccontare nei dettagli i vari episodi avvenuti nei giorni precedenti, una sera decisi di salire su quella montagna dove incontrai Egidio con le sue pecore, il figlio e il pecoraio ingaggiato per rimanere alcuni mesi in montagna a occuparsi del gregge.

 

 

Nessuno aveva ancora provveduto a introdurre qualche cane da guardiania già adulto, già capace di difendere realmente quel gregge, erano presenti solo due “conduttori” di taglia media e una coppia di cuccioli di Maremmano-Abruzzese, ancora inefficaci per fronteggiare quei lupi che si stavano avvicinando sempre più spesso di notte, cercando di sottrarre il necessario per il pasto.

A dire il vero, nonostante Egidio cercasse di sdrammatizzare la vicenda con continue battute scherzose, provai tenerezza nel vederlo così spaventato e preoccupato, inoltre il suo operaio era ormai molto stanco, quasi sconvolto visto che non riusciva più a dormire di notte. All'arrivo della sera iniziava la guerra, i lupi si avvicinavano al gregge e lui doveva cercare di difendersi con tutti i mezzi che aveva a disposizione: recinzione elettrizzata, pistole scacciacani, bastoni, sassi e varie luci lampeggianti che erano state posizionate sui vari lati della recinzione, pronte a essere azionate ogni volta che sentiva quei 4 "cagnolini" abbaiare.

 

 

Ma il lupo è il lupo, conosce bene il suo mestiere e quindi, sentendosi ormai braccato di notte, iniziò presto a scegliere un momento diverso per l'attacco: la mattina - quando il gregge partiva verso i pascoli e si allineava lungo un sentiero fra gli arbusti - oppure la sera durante il suo ritorno.

 

Inizialmente dissi a Egidio che non sarei stato in grado di aiutarlo, poiché era un po’ complicata l’introduzione di cani già adulti in alpeggio e specialmente se non si erano mai occupati di custodire le pecore e se specialmente non avevano mai ottenuto benefici alimentari dal gregge, né conosciuto il pastore che doveva gestirli e molte altre cose. Solitamente i cani si introducono nell’inverno precedente o al massimo nello stesso inizio primavera, tanto da condurli poi in montagna già più confidenti con gli animali che dovranno proteggere.

 

Ma questa era una situazione di emergenza: nulla era stato previsto anche per l'inesperienza del “giovane” pastore e, sebbene capii subito che non sarebbe stato facile centrare l’obiettivo, mi resi anche conto che poteva rappresentare una buona opportunità per dimostrare  a tutti con i fatti (ben diversi dalle solite dicerie) cosa avrei potuto ottenere con i miei cani da pastore dell’Asia centrale. Una razza ancora sconosciuta a molti pastori italiani, da altri addirittura  temuta e comunque sempre fino ad oggi sconsigliata dagli "esperti" cinofili delle Regioni (chissà perché!?).

 

 

Il cane da pastore dell’Asia centrale AUTENTICO, nulla a che vedere con altri ottenuti da passati incroci con molossi europei per elevarne esageratamente la statura e il peso, è il “padre” di tutti i cani da pastore, compresi quelli “bianchi” (che "solo" bianchi diventarono dopo l’intervento dell’uomo che decise arbitrariamente gli accoppiamenti). Tant'è che basta andare in Abruzzo per sentire ancora raccontare dai vecchi pastori le storie di molti cani da guardiania, diventati famosi per la loro audacia, che in passato presentavano un mantello colorato simile a molti dell’Asia centrale; così come è anche facile verificare ancora oggi la similitudine degli stessi con quelli utilizzati da secoli in Calabria e Sicilia, identificati come “Cane di Mannara” e in via di riconoscimento ufficiale dall’ENCI – Ente Nazionale della Cinofilia Italiana.

 

 

E se è vero che questa antica razza che proviene dal continente medio-asiatico, quando è originale,  rappresenta il tessuto genetico di partenza da cui sono stati ricavati tutti gli altri cani da guardiania esistenti al mondo ed è ancora impiegata tutt’oggi in molti altri paesi contro predatori ben più aggressivi dei nostri “lupacchiotti” italiani, come non potrebbe funzionare almeno alla pari di altre, se non molto meglio? (Probabilmente basterebbe avere la volontà d'informarsi!).

 

Egidio avrebbe voluto acquistare da me un bel paio di buoni cuccioloni da guardiania già “pronti all’uso”, capaci fin da subito di tenere lontani i lupi dal suo gregge, ma nello stesso tempo desiderava investire il meno possibile, perché questa è ancora l’antiquata tradizione di molti pastori quando si parla di cani: spendere poco e pretendere molto!

 

Secondo molti di loro, il cane non rende nulla (anzi mangia!), non è come la pecora che offre gli agnelli da vendere e produce il latte per il formaggio! Nel mondo delle pastorizia "emancipata" si spendono ormai soldi per i telefoni cellulari utili a tenere i contatti con la famiglia, per i fuori strada e le motociclette che hanno sostituito gli animali da soma, a volte anche per qualche costosa visita al night, ma per i cani da guardiania non si è ancora mai realizzato che è necessario investire denaro!

Non per nulla mi sono sempre astenuto in passato da questo settore pur possedendo soggetti molto idonei a lavorare nelle greggi. La mia professione è innanzitutto quella di selezionare VERI cani da guardia capaci di proteggere l’uomo dalle intrusioni dei delinquenti (invece che il bestiame dai predatori), pur utilizzando le stesse razze da gregge visto che si tratta di animali unici per alcune loro caratteristiche ideali alla convivenza con le famiglie che li adottano.

Non ho mai svenduto i miei soggetti quando capisco che posseggono le caratteristiche idonee al lavoro di Guardia e Protezione Familiare e non inizierò sicuramente a farlo adesso per i pastori, per il CISCAL sto utilizzando infatti tutti quei cuccioli che si manifestano, fin dai primi mesi, molto meno dotati per affrontare l’uomo, ma molto predisposti a dominare sugli altri animali.

 

Dopo una lunga riflessione e il caloroso invito di altri amici pastori, decisi comunque di aiutare Egidio, indipendentemente dal fattore economico, consapevole anche che, senza possedere almeno una coppia di buoni cani, quest’anno avrebbe riportato giù dalla quella montagna (chiamata dagli abitanti locali "la tana del lupo") solo una piccola parte del gregge che aveva condotto nei pascoli all’inizio dell’estate: infatti, quando i lupi capiscono che possono predare facilmente, non si lasciano scappare l’occasione e continuano a farlo.

 

In quel momento possedevo LACKY, una femmina di 4 anni, quindi ormai adulta, ritirata tempo fa da un mio cliente che non poteva più tenerla per ragioni di spazio

 

 

e AKBASH un cucciolone di circa 2 anni (quasi tutto bianco come un Maremmano-Abruzzese) che avevo deciso di non destinare alla guardia per la sua eccessiva diffidenza nei confronti dell’uomo.

 

 

Sapevo che entrambi erano molto equilibrati e dotati delle caratteristiche idonee per lavorare con un gregge (vivo con il mio branco di cani ormai da molti anni e conosco molto bene il loro carattere), decisi quindi di offrirli a Egidio per vedere come se la sarebbero cavata per un po’ di mesi in alpeggio.

 

E’ ovvio che, a causa di tante informazioni sbagliate date in questi anni a tutti i giovani pastori, molti di loro si sono ormai convinti su alcuni concetti completamente privi di ogni fondamento. Uno dei più eclatanti è quello che il cane deve essere cucciolo (il più piccolo possibile) per essere introdotto in un gregge, viceversa si dimostrerà un pericolo per le pecore. Purtroppo lo affermano anche alcuni biologi, ma non è quanto si riscontra poi nella realtà pratica dei pastori.

 

 

Basti pensare a quanti cani randagi adulti si avvicinino spontaneamente ogni anno alle greggi di tutto il mondo (Abruzzo compreso), senza mai dimostrarsi aggressivi nei confronti delle pecore, pur essendo meticci. Decidendo poi di sottomettersi a quelli da guardiania già presenti, iniziano presto a proteggerle anche loro e a volte anche meglio dei loro compagni che sono considerati per tradizione “del mestiere”. (Non va mai dimenticato che tutte le razze selezionate artificialmente dall’uomo sono spesso un semplice peggiorativo di molti altri incroci nati e cresciuti allo stato randagio). Una ulteriore dimostrazione è data da tutti quei cani di pura razza da pastore che, pur nascendo addirittura fra le pecore e vivendoci fin dai primi giorni, vengono poi allontanati o soppressi dai pastori per i danni che causano al gregge, uccidendone numerosi capi, peggio di come farebbero i predatori.

 

Quindi, l’unica verità da tenere in considerazione è questa: se un cane (qualsiasi) è portato per convivere con le pecore lo è geneticamente fin dalla nascita e lo sarà per sempre! Tutto il resto fa solo parte di molte leggende e "sentito a dire" di cui il mondo cinofilo e quello pastorale sono pieni fin dai tempi più antichi.

 

Infatti LACKY e AKBASH - che non erano nati nè cresciuti con le pecore né tanto meno cresciuti con loro, anzi, non ne avevano mai vista una sola in tutta la vita - sono stati la dimostrazione lampante di quanto sostengo.

 

Fin dai primi istanti di introduzione nel gregge, non solo si sono dimostrati privi di ogni aggressività nei confronti delle pecore, ma è addirittura risultata sorprendente la loro enorme tolleranza, che hanno mantenuto in ogni occasione: persino durante i pasti a base di carne con ossa, momento in cui non consentirebbero a nessun altro cane di avvicinarsi, non hanno mai ringhiato una sola volta alle pecore che pascolavano a pochi centimetri di distanza.

 

E i lupi?

Per loro, dopo l’arrivo di LACKY e AKBASH, non c’è più stata tregua: alcune volte che si erano appostati dietro i cespugli con lo scopo di aggredire le pecore, sono sempre stati intercettati e rincorsi fino ad essere spinti in cima alla montagna. Quando invece hanno cercato di avvicinarsi di notte, dopo averli fiutati, i cani si sono schierati fra il bestiame e i predatori, iniziando ad abbaiare e ringhiare e il gregge è rimasto illeso.

 

 

Egidio e il suo pecoraio sono entusiasti di questi due cani da guardiania che gli ho fornito e continuano a ringraziarmi ogni volta che ci vediamo, specialmente l’operaio che è riuscito nuovamente a dormire la notte, cosa che non stava più facendo da tempo vista l'allarmante situazione che si era creata.

Sono soddisfatto anch’io dei risultati ottenuti con questi due soggetti ormai adulti che non avevano mai visto un gregge prima di allora, anche se ovviamente sono consapevole che non sanno ancora lavorare sulla protezione alla pari di altri che ho inserito in Abruzzo alcuni anni fa. Nel lavoro di guardiania è molto importante l’esperienza che il cane matura nel tempo: il lupo è molto furbo e impara presto a ingannare i suoi antagonosti e questi ultimi possono solo migliorare attraverso gli errori commessi.

 

Alcuni giorni fa sono salito in montagna per filmare quanto vedrete qui sotto; c’era molta nebbia come spesso avviene su quella montagna anche durante il giorno, rendendo tutto più difficile e pericoloso, ma a un certo punto Egidio, con un po' di esagerato entusiasmo, ha esclamato ad alta voce: “Con LACKY e AKBASH io non ho più paura di nessuno, vengano pure i lupi, adesso le mie pecore sono al sicuro!”

 

E io ho invece subito pensato: “Speriamo che abbia ragione e che continui sempre ad andare tutto così bene!”.

Sono molti anni che studio il comportamento dei lupi durante le predazioni e conosco molto bene le loro infinite risorse di quando agiscono in branco: vi assicuro che la loro astuzia non teme nè cani nè pastori!

 

Cliccare QUI per vedere il Filmato di LACKY e AKBASH.

 

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