Nonostante sia molto legato alle mie montagne cuneesi e abbia la ferma convinzione che chi fa ancora alpeggio su questi “bricchi” incontri difficoltà ben più elevate che in altre parti d’Italia, non posso negare che i pascoli abruzzesi destino in me, ogni volta che li visito, uno strano senso di esotico e di ritorno al passato.
In certe zone del Piemonte, il rischio lupo è ormai diventato una realtà ed è sicuramente destinato ad aumentare. Sulle Alpi esistono infatti immense aree boschive quasi del tutto inesplorate e, molti dei pascoli più nutrienti, confinano proprio con queste foreste nelle quali il selvatico può riprodursi indisturbato e tramare ogni suo piano di attacco senza rischiare nulla.
Direi che alcune parti del territorio cuneese sono molto simili a quelle della Transilvania che conosco ormai bene, pur differenziandosi nettamente per la qualità dei lupi che le abitano. Il lupo della Transilvania è micidiale: grande di statura, selvatico all’inverosimile e aggressivo al punto da scontrarsi e uccidere i cani da guardiania senza troppa reticenza.
Il luogo dove il mio amico pastore Pellegrino Graziano ha posizionato lo stazzo con le sue 600 pecore che alpeggiano sopra Saretto, in Alta Valle Maira, è una conca immersa in una fitta boscaglia e ogni volta che la guardo mi viene da pensare: “Quelli italiani sono proprio solo dei “lupetti”, in Transilvania quel gregge non sarebbe durato un mese, cani o non cani da guardiania che lo proteggessero!”.
Nonostante lavorare con i pastori di tutto il mondo non sia mai facile (perchè oltre a voler spendere poco nell'acquisto dei cani, pretenderebbero anche che gli stessi sapessero sostituirsi alle complicate funzioni di un vero e proprio pecoraio che, visti i tempi, non si possono più permettere di assumere), avere a che fare con quelli piemontesi è comunque gradevole. Pur essendo un po’ introversi e diffidenti, come tutti quelli che nascono, crescono e abitano in montagna, sono spesso brava gente e solitamente di sani principi. Si ha a che fare con persone miti, timide, fin troppo scrupolose e rispettose della Legge: per paura di scontrarsi con le autorità accettano qualsiasi provvedimento senza ribellarsi, anche quando risultano addirittura assurdi o inapplicabili.
In alcune parti dell'Abruzzo, invece la musica cambia e specialmente nelle zone ai confini con la Campania, sembra di essere rimasti al tempo dei “briganti”. Laggiù, i pastori sono i “padroni” della montagna e direi quasi che la legge la facciano loro! E’ pur sempre la stessa Italia di questa del Nord, ma in quei luoghi non esistono organi di controllo così severi che impongono l’applicazione di ogni regola prevista. I pastori delle Alpi non si sognerebbero nemmeno di tagliare le orecchie ai loro cani, poiché é ormai vietato da alcuni anni, invece nei pascoli abruzzesi lo fanno ancora ogni volta che lo ritengono conveniente e nessuno si mette contro per così poco. Qui da noi, chiunque teme di far male a un lupo che si avvicina alle pecore, poiché rappresenta una specie protetta, mentre in Abruzzo è guerra aperta contro il predatore ed i pastori usano ogni stratagemma per eliminarlo, molti si vantano addirittura di esserselo già mangiato in pentola con le patate! Quando cedo un mio cane qui in Piemonte, i pastori lo vogliono subito con il regolare microchip e desiderano fare immediatamente il passaggio di proprietà, in quelle zone no. Anzi, dicono. “Se il cane ha il cip, ogni volta che combina un guaio, poi vengono a cercare me!”. E tutto scorre regolarmente, senza che nessuno si preoccupi troppo di quelle "fesserie".
Se scappa un cane da pecore sulle nostre montagne, entro ventiquattro ore c’è già la denuncia di smarrimento nel comune di competenza, il canile l'ha ormai catturato ed il pastore viene subito sanzionato. In molte zone dell’Abruzzo, ogni volta che una femmina entra in calore, molti maschi lasciano le greggi o le aziende agricole e non ritornano più per settimane, addirittura molti muoiono negli scontri che avvengono fra rivali. Si tratta di un modo completamente diverso di concepire il cane!
E' proprio conservando questo sistema ormai anacronistico, che era comunuqe diffuso in tutt’Italia fino a pochi anni fa, che l’evoluzione della specie canina ne trae tutt'oggi grandi vantaggi. In Abruzzo sono ancora i maschi più forti a coprire le femmine in calore, le quali partoriranno all'addiaccio senza alcuna assistenza e ai cuccioli nessuno somministrerà il vaccino, tant’è che solo i più robusti sopravvivranno a malattie come il cimurro e la gastroenterite. E' ancora addirittura facile incontrare femmine con la rogna che partoriscono cuccioli con lo stesso problema, magari colme di pulci e di zecche che compiono il loro ciclo naturale, come fu per millenni nella storia dei pascoli. Praticamente vi sto parlando di un mondo antico che non esiste più in altre parti del paese e che laggiù è ancora tutt'ora tollerato.
Per contro, inserire un cane da guardiania qui in Piemonte, è facilissimo per qualsiasi allevatore, poiché la cultura cinofila sui cani anti lupo dei pastori locali è quasi inesistente. Basta vedere quali soggetti sono stati adottati in questi anni per proteggere le greggi, …meno male che qui i lupi sono ancora piuttosto innocui e domestici! Per oltre un secolo il lupo non fece più comparsa sulle nostre Alpi e quindi, oggi, ogni cane viene considerato buono per difendere il bestiame (...purchè non tocchi gli agnelli che rappresentano il profitto del pastore!). Molti dei cani di razza Maremmano-Abruzzese che si sono procurati fino ad oggi i pastori del Nord-Italia, per non parlare dei Patou, non sanno nemmeno cosa significhi contrastare un attacco dei lupi, diciamo che stanno apparentemente funzionando solo perché di predatori ce ne sono ancora pochissimi e mal organizzati. Vedremo fra qualche anno!
La cosa più curiosa è costatare come nel Nord Italia siano tutti alla ricerca di un cucciolo di cane da pastore Maremmano-Abruzzese “qualsiasi” da inserire fra le pecore (poiché solo pochi hanno già capito che su dieci, solo uno o massimo due nascono idonei per lavorare con il gregge), quando invece in Abruzzo, terra natale della razza, i VERI pastori che praticano ancora il VERO alpeggio, sono alla continua ricerca di altre razze, ancora più efficienti, per mettere al sicuro il loro bestiame.
Ed è per questo che fui cercato un anno fa da un pastore abruzzese, oggi amico, per valutare l’opportunità di inserire qualcuno dei miei cani nei pascoli.
Io amo i miei cani, e ogni volta che i pastori abruzzesi me ne chiedono uno, inizia la mia incertezza fra la grande opportunità di valutare in pratica i risultati della mia selezione e la paura che possa fare presto una brutta fine. Diciamo che laggiù, se un cane non funziona, sparisce in poco tempo dalla circolazione e anche quando se la potrebbe cavare, c’è sempre un buon motivo per morire. Destino che io non desidero sicuramente per i miei cuccioli, ma nello stesso tempo detesto anche la cinofilia fatta di sole parole e fotografie com'è ormai gran parte di quella moderna.
Il mio amico mi assicurò che si sarebbe attenuto agli accordi presi per la tutela dei miei soggetti e io partii un giorno con un maschietto di pastore dell’Asia centrale bianco, fratello della femmina che oggi lavora qui in Piemonte con il Gregge Pellegrino Graziano. Dopo nemmeno un mese, lui ritornò ancora da me per prendere altri cuccioli, fra i quali un’altra sorella dei primi, sempre bianca e dotata di un carattere così selvatico che non esitava a mordere chiunque la volesse afferrare.
Oggi, il pastore del gregge dove lavora questa femmina, l’ha chiamata LINDA, con un soprannome che le si addice molto, sia per il suo carattere che per la sua andatura, in quei pascoli LINDA è chiamata: "la pantera"!
Ricordo che quando la consegnai ancora molto piccola, dovetti mettermi i guanti di cuoio per poterla acciuffare e introdurre nella gabbia!
LINDA sta diventando una bellissima femmina, il temperamento non le manca, sta anche dimostrando molta tolleranza nei confronti delle pecore e il pastore dice di essere contento delle sue prestazioni, tant’è che ha lasciato solo lei nei pascoli tutta l’estate con i suoi maschi di razza Maremmano-Abruzzese e so che sta già attendendo una cucciolata per selezionarsi alcuni cani anti lupo di alta qualità.
Circa due mesi fa sono stato a trovarla, LINDA è ancora giovane, ha solo un anno, ma sa già farsi rispettare da tutti e come suo fratello non conosce troppi rivali fra i suoi coetanei che vivono nella zona. Provengono entrambi da una linea di sangue che io non utilizzo per la guardia, la sto creando solo per le pecore. La madre di Linda è figlia di Curuc, il mitico cane da pastore che ancora oggi padroneggia in Transilvania, mentre il padre proviene dall’Ungheria, un soggetto che io scelsi di non riprodurre nella selezione dei miei guardiani poichè poco idoneo alla protezione familiare.
LINDA ha il carattere di un lupo e nemmeno il pastore è ancora riuscito ad accarezzarla, lei vive col gregge che ama e difende, si relaziona con i cani maschi del branco, ma dagli uomini non si lascia avvicinare così facilmente pur non dimostrandosi aggressiva. Credo che per intuire le strategie del predatore, tanto da poter difendere le pecore in ogni occasione, il cane non debba essere quell'animale tanto scodinzolante come desidererebbero gli attuali turisti della montagna e come le Regioni stanno cercando di introdurre oggi fra i pascoli. Il buon cane da gregge non dev'essere sicuramente pericoloso per l'uomo, ma nemmeno un pacioccone che corre incontro a chiunque voglia elargirgli carezze!
Come al solito, io non offro mai troppe certezze sui miei cani da gregge e lascio che sia il tempo a dare dimostrazione delle loro qualità; il cane che affronta l'alpeggio non ha la vita facile come quello da guardia e protezione familiare che vive in giardino e può ripararsi dalle intemperie, lassù in montagna la vita è molto dura e non è poi così facile resistere e sopravvivere!
In ogni caso, sono convinto che se il suo attuale proprietario la saprà conservare, potrà trarre da LINDA alcuni soggetti molto utili su quegli alpeggi e per usare una frase dei pastori abruzzesi: “Cani con qualche marcia in più contro i lupi, perchè questi di adesso li stanno solo a guardà!”.
Noi che alla sera stiamo seduti comodi nel nostro salotto a guardare in tv le nuove puntate del "Commissario Rex" e ci siamo ormai abituati a sognare una cinofilia che non esiste nella realtà, non dovremmo mai dimenticarci che, lassù in montagna, fra disagi e intemperie, ci sono invece uomini che combattono contro gli attacchi di VERI predatori che intendono decimare il loro unico patrimonio: il gregge.
E in quelle situazioni, sognare non basta, servono invece cani VERI che possano aiutarli nel loro lavoro!
Cliccare QUI per vedere il Filmato di LINDA.
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