Sono ormai molti anni che viaggio per il mondo con lo scopo di studiare a fondo i cani da pastore anti lupo, gli stessi che poi utilizzo per la mia più “sofisticata” selezione da destinare alle famiglie per proteggersi dalle intrusioni indesiderate, considerato che la delinquenza continua ad entrare nelle case degli italiani sempre più frequentemente.
Voi non immaginate quanto siano simili i ladri d’appartamento ai lupi: entrambi cercano di agire di nascosto ed il più possibile indisturbati, con lo scopo di sottrarre l’utile per sopravvivere, senza dover subire le conseguenze di essere acciuffati. E’ questo il motivo per cui utilizzo autentiche genetiche di cani anti lupo per ottenere i miei cani da guardia e protezione familiare. Sia il ladro che il lupo cercano di ottenere dalla loro “caccia” il maggior “guadagno” possibile, riducendo al minimo le “spese”, ovvero evitando di essere scoperti o danneggiati e, nessuno meglio di efficaci cani da pastore, rappresenta per loro il più temuto avversario.
In momenti di ira, sia le persone derubate dei loro averi che gli allevatori del loro bestiame, invocano la necessità di possedere e utilizzare armi da fuoco per potersi difendere, ma nulla potrebbe avere la stessa efficacia del lavoro di sorveglianza svolto dai cani che, con il loro olfatto e udito sopraffino, sono in grado di scovare e demotivare il nemico ancora molto prima di quando vorrebbe mettere a segno il suo “atto criminoso”.
Il vero guardiano non ha quasi mai bisogno di arrivare allo scontro diretto, poiché la sua abilità sta proprio nel saper demotivare il malintenzionato ancora prima che agisca. E questo vale sia per i cani da guardia contro i ladri che per i cani da guardiania contro i lupi.
Dopo aver incontrato ed intervistato in questi ultimi dieci anni molti pastori che lavorano nei pascoli del Turkmenistan, dell’Uzbekistan, del Tagikistan, dell’Kirghizistan, del Kazakistan, della Mongolia, dell’Iran, della Georgia (Caucaso), dell’Anatolia (Turchia) e della Transilvania (Romania), in questo mio viaggio ho voluto conoscere meglio quelli della Macedonia, i quali combattono ogni giorno contro i danni da predazione dei lupi, degli orsi e delle linci.
Le montagne del Sar (chiamate dagli abitanti locali Šar-planina o semplicemente “Sari”) formano un’importante catena montuosa dei Balcani che si estende dal nord-ovest della Macedonia fino ai confini con il sud del Kosovo e con il nord-est dell’Albania.
Su queste montagne, non sono solo presenti il Parco Nazionale dei Monti Šar e quello di Mavrovo, entrambi caratterizzati da una vegetazione boschiva molto fitta, ideale per il riprodursi dei predatori tipo la lince, l’orso ed il lupo, bensì anche vasti pascoli dove centinaia di pastori portano ogni anno a pascolare le loro greggi dal termine della primavera fino al sopraggiungere delle prime nevicate autunno-invernali.
Per chi non frequenta gli ambienti della pastorizia non è facile realizzare quante battaglie avvengono ogni notte fra i pastori balcanici e i predatori che vivono nelle foreste circostanti, sempre così interessati ad impossessarsi del loro bestiame specialmente con il sopraggiungere del freddo dovuto all’avvicinarsi della stagione invernale.
Il forte istinto di sopravvivenza alza sensibilmente il livello di aggressività di ogni carnivoro e, specialmente i branchi di lupi, si organizzano per uccidere più bestiame possibile. Quando un branco di lupi è composto da numerosi soggetti, e quindi ben organizzato, cerca sempre di sterminare un elevato numero di capi, questo perché sente la spontanea necessità di assicurarsi la sopravvivenza nel tempo: non va mai dimenticato che, in Natura, la vita degli animali è data dalla semplice differenza fra le calorie ottenute dal cibo ingerito e il fabbisogno per accaparrarselo, oltre a quelle per mantenersi attivi (cosa più complicata nel periodo invernale vista la bassa temperatura). Ovviamente i lupi, essendo semplici animali, non possono immaginare che il pastore, “proprietario” delle prede, preleverà presto i capi uccisi senza permettere loro di cibarsene, in Natura ciò non avviene: l’animale ucciso è di proprietà di chi lo ha cacciato a meno che non sopraggiungano altri predatori di rango superiore.
In quei luoghi, così come in molte altre parti del mondo, sono solo i cani dei pastori ad evitare certi “disastri” (capaci di compromettere seriamente la stabilità economica dell’allevatore che li subisce), ecco perché laggiù si è evoluta nel tempo una sana quanto realistica cultura del cane anti lupo, ben diversa da quella che si sta invece radicando nei nostri paesi più emancipati dove il problema lupo è condizionato da decisioni che spesso mirano soprattutto a favorire gli interessi di alcuni allevatori. Laggiù dove esistono ancora veri pastori e altrettanti lupi interessati a sottrarre il loro bestiame, esistono ancora VERI cani anti lupo, dotati di caratteristiche fisiche e caratteriali ben diverse da quelle “riconosciute” in tutto il mondo dalle associazioni cinofile ed i club di razza.
I cani dei pastori non hanno mai un pedigree con su riportato il nome dei genitori, i titoli conseguiti per la loro bellezza, etc.. poiché spesso il padre dei cuccioli che nascono fra le pecore del gregge – ovvero quelli che “da grandi” verranno poi destinati a difendere gli animali dai predatori - è sconosciuto agli stessi proprietari.
I cani da pastore sono spesso dei “bastardi” nati senza controllo ed è per questo che sopravvivono e funzionano da millenni!
E’ proprio dai cani dei pastori che pascolano da sempre sulle montagne del Sar (Šar-planina) che prende il nome la razza chiamata “cane da pastore di Ciarplanina, riconosciuta dalla F.C.I. - Fédération Cynologique Internationale fin dal 1939/1957. In realtà, però, fra i soggetti che lavorano da sempre ai confini di quelle foreste, sopravvissuti fino ad oggi alle razzie dei predatori, ed i loro “lontani parenti” che popolano le gabbie degli allevamenti “domestici” di tutto il mondo, mantenuti in vita per sfornare cuccioli da vendere agli appassionati cinofili, esiste ormai una differenza abissale! (E così vale per tutte la razze esistenti al mondo di cane da pastore anti lupo, compresa quella che allevo io e il nostro “Maremmano-Abruzzese” ormai pubblicizzato come il miglior cane anti lupo di cui i pastori italiani possano dotarsi).
Per dimostrarsi cani utili a tenere il lupo a distanza dal gregge, la razza conta ben poco, anzi i migliori non potranno mai appartenere a razze create e sviluppate secondo i capricci dei cinofili, poiché in quel caso viene esclusa la componente più importante: il volere della Natura!
In questo articolo potrei parlarvi dei tanti cani che ho fotografato durante le mie escursioni sulle montagne del Sar e in altre zone della Macedonia, accompagnato dal mio “infaticabile” compagno di viaggio Gregorio Torchia di Chieri (To) e da Peter la nostra ottima guida macedone, così come delle altrettante testimonianze raccolte dai pastori incontrati nei pascoli con le loro immense greggi di pecore. Probabilmente i cinofili gradirebbero che mi dilungassi sulle differenze che esistono fra un Ciarplanina Karaman (di colore prevalentemente nero)
ed un altro Bjelic (completamente bianco),
piuttosto che con un Karabash (col muso nero)
oppure un Murgio (con sfumature grigio scuro-verdastro)
o un Sari (con il manto dorato come le foglie dei monti Sar durante la stagione autunnale),
ma non è questa la cosa più importante da sapere su questi fantastici cani anti lupo. Nemmeno conoscere le origini storiche della “razza”, risulta essere così importante, anche perché tutti i cani da pastore esistenti al mondo derivano sempre dagli stessi ceppi genetici evolutisi in un territorio identificato un tempo come antico Impero Persiano e oggi come continente medio-asiatico e dintorni.
La parte più affascinate da conoscere sui cani anti lupo è invece un’altra, anche se molto scomoda a chi oggi alleva in purezza le ormai tante razze di cani da pastore di tutto il mondo, riconosciute dalle più importanti associazioni cinofile: i pastori che mirano ad ottenere dei veri “cani anti lupo”, non badano a nulla se non all’efficienza dei loro cani nel saper proteggere i loro animali dai predatori e, per ottenere ciò, provano continuamente ogni tipo di “incrocio”. Non solo lasciano che i loro Ciarplanina Karaman (tutti neri) si accoppino liberamente con altri Bjelic (completamente bianchi) ma nutrono grande interesse per qualsiasi altra razza da pastore esistente al mondo capace di diversificare il sangue dei loro cani, tanto da volerne spesso adottare dei cuccioli per provare futuri accoppiamenti.
Ad esempio, questo cane pezzato bianco-nero incontrato nei pressi di Gostivar, ottenuto da un accoppiamento fra un pastore di Ciarplanina ed un Kangal turco, è il soggetto più prezioso che un pastore dice di possedere da anni, nonostante la razza del pastore di Ciarplanina aborrisca ogni tipo di pezzatura e quest’uomo sia nato sulle montagne Sar, le stesse che hanno originato il nome della razza “cane da pastore di Ciarplanina”. (Curioso osservare come, dall’accoppiamento di due cani selezionati nel tempo dall’uomo per ottenere dei mantelli uniformi, nascano così facilmente cuccioli pezzati e di colori appena presenti nei genitori, a testimonianza del fatto che se il cane si evolve in natura, senza condizionamenti artificiali, si presenta sempre con mantelli dai colori più variegati).
Per rafforzare quanto detto fino ad ora, vi voglio raccontare brevemente cosa avviene ogni primavera e autunno ai piedi di queste montagne, così come in tutte le zone del mondo dove si pratica ancora la tradizionale pastorizia.
Nel periodo in cui i pastori macedoni portano le loro greggi nei pascoli della pianura, ai piedi delle stesse montagne sulle quali saliranno per il periodo estivo e scenderanno con l’arrivo dell’autunno, esistono villaggi pieni zeppi di cani randagi e semi-padronali di ogni taglia, “razza” e colore.
Ogni volta che una femmina va in calore, sia che appartenga ai cani dei villaggi o a quelli anti lupo che seguono le greggi, credo sia facilmente immaginabile ciò che succede: cani maschi che lasciano il gregge per coprire le femmine dei randagi, né più né meno di quelli dei villaggi che cercano di coprire le femmine dei pastori. I pastori non sono assolutamente contenti di questo fenomeno che disturba moltissimo l’attenzione dei loro cani verso il gregge che stanno custodendo ma, per il meraviglioso volere della Natura, lo accettano poiché non saprebbero come evitarlo. Non è sufficiente scacciare a bastonate i cani del villaggio che vogliono avvicinarsi al gregge, non bastano i cruenti scontri fra cani che avvengono per intere giornate, tanto da causare la morte di più soggetti, è sufficiente che un maschio molto forte scappi dal gregge, attirato dagli odori delle femmine, abbia la meglio su quelli del villaggio, ed ecco che avvengono i primi incroci.
Il bello avviene però quando, gli stessi cuccioli nati randagi e riusciti a sopravvivere ad ogni impervio destino, compreso quello di cadere preda dei lupi durante il periodo invernale (da sempre, grandi mangiatori di cani in caso di necessità), crescono e cercano quindi, per sopravvivere meglio, di avvicinarsi gradatamente alle greggi in partenza per i pascoli estivi o in autunno al loro ritorno.
Cosa credete che facciano i pastori quando capiscono che i loro cani accettano queste “new entry” nel branco che custodisce il loro gregge? Nulla! Anzi, li accettano di buon occhio anche loro, poiché sanno che nessuno meglio dei cani più anziani del gregge è in grado di capire se questi nuovi arrivati possono servire o meno alla custodia della loro comune riserva di cibo, così come nessuno più di questi cuccioli "randagi" ha scelto il gregge di sua spontanea e quindi cercherà di proteggerlo contro il lupo sino alla morte!
Questa è l’unica vera storia dei cani anti lupo, esistenti in Macedonia come in tutto il resto del mondo dove si pratica la vera pastorizia, comprese alcune realtà ancora esistenti nel nostro vicino Abruzzo, anche se si continua a far di tutto per tenerla nascosta, con lo scopo di poter vendere i tanti cuccioli che ogni anno nascono a migliaia nelle gabbie degli allevamenti.
CLICCARE QUI per vedere il filmato sui cani da pastore della Macedonia.
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