IL CANE PASTORE TURKMENO
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19/04/2009 - ALABAI o Alabay: i cani del TURKMENISTAN



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Il Turkmenistan è veramente la patria del Pastore dell’Asia Centrale (Turkmen Alabay o Alabai). Se ne possono trovare ovunque e di ogni tipologia: piccoli, grandi, snelli, massicci, più o meno lupoidi o molossoidi e di ogni colore, spesso misti fra di loro (infatti il termine Alabay o Alabai, sta ad indicare nella lingua turkmena: signore con tanti colori). 

La maggio parte dei cani reperibili nella periferia della capitale ed in alcune altre città importanti del Turkmenistan, sono cani utilizzati per i combattimenti (www.pastoredellasiacentrale.it/dett_news.asp?id=588) e detenuti in box molto piccoli e bui (http://www.pastoredellasiacentrale.it/dett_news.asp?id=587) , solitamente costruiti con aste in ferro saldate, rete o con materiali di fortuna. I migliori hanno il fondo in terrà ma spesso la modernità ha suggerito il battuto in cemento, creando l’aggravante delle inevitabili ecchimosi sugli arti dei cani e maggior fetore d’urina (chissà d’estate, con temperature di 55/60°C!). In teoria, i cani da combattimento, dovrebbero uscire, da quelle “galere”, ogni giorno per alcune ore di allenamento, ma in realtà i cani perdenti, i cani feriti dai combattimenti precedenti, quelli ormai vecchi, quelli ancora troppo giovani, le fattrici ed i cuccioli, giacciono per mesi in quei “loculi” senza troppe attenzioni e pulizie. Non so se per i “veri” campioni esistano trattamenti migliori, in quanto nessuno è disposto a mostrare dove vivono, la loro teoria e che il cane deve rimanere in luoghi piccoli e riservati, uscire solo per gli allenamenti quotidiani, essere concentrato e carico, per sfogarsi solo durante le fasi del combattimento. In Turmenistan, tutti garantiscono che i cani ( Alabai o Alabay) combattono senza doping, ..forse è anche vero. Solitamente questi cani risultano spenti, depressi e poco reattivi, all’entrata di estranei nella proprietà, spesso i loro padroni colgono l’occasione della presenza di un ‘ospite per farli uscire, loro ti passano accanto senza vederti, spesso i proprietari ordinano prepotentemente ad un figlio qualsiasi, di pulire il loro fetido box. (Forse servirebbero più ospiti!)

Nelle stesse periferie, esistono anche molti turkmeni che detengono un solo Alabai (o Alabay), nei piccoli cortiletti delle case popolari ex Unione Sovietica, in cantine trasformate in box per cani od in altre soluzioni di fortuna, solitamente solo i russi li tengono all’interno dell’appartamento. La costituzione di questi cani è molto simile a quella dei cani da combattimento, qualcuno anche di taglia più grande, …molti giovani sognano di diventare famosi, fra il popolo, con una futura vittoria del loro cane (http://www.pastoredellasiacentrale.it/dett_news.asp?id=589), probabilmente con poche possibilità, in quanto i loro soggetti sono solo discendenti da quelli scartati dai “big” delle competizioni e quindi regalati ai privati. Lo stato di detenzione di questi cani è solitamente migliore di chi ne possiede alcuni e si reca regolarmente la domenica per le competizioni.

Gli allevamenti professionali, dove gli stessi turkmeni acquistano i loro cani, sono solitamente situati in zone d’estrema periferia ai confini con il Karakum Desert, alcuni sono strutture semplici ma professionali, altri costituiti da baracche senza la minima attrezzatura. Spesso, però, la qualità dei cani, non corrisponde alle caratteristiche costruttive dell’allevamento.

Nei villaggi adiacenti alle città, si possono trovare sia cani di proprietà, sia cani randagi, i quali vengono soppressi dalla polizia veterinaria, se trovati nelle vicinanze della capitale. I cani di proprietà, solitamente sono tenuti legati alla catena all’interno dei vari cortili o liberi di coricarsi davanti all’entrata di casa. Sono solitamente di costituzione molto più ridotta, poco nutriti e curati, ma risultano generalmente più guardiani, alla venuta di estranei.

Alle femmine che partoriscono, vengono riservate pochissime attenzioni, solitamente i cuccioli nascono in posti infelici dove non esiste alcun tipo di igiene e cura dei cuccioli.

Nel Karakum Desert, così raccontano gli allevatori, esistono ancora parecchi pastori che li utilizzano per il lavoro di difesa ai gregge di pecore. Questi sono i famosi cani aborigeni, di cui se ne possono anche trovare alcuni soggetti sia dai contadini dei villaggi, sia dagli allevatori professionisti, che tentano incroci per rinforzarne le loro linee di sangue. Purtroppo raggiungere i pochi autentici pastori è molto difficile, per uno straniero. Le strade sono estremamente proibitive ed una guida, solitamente, si rifiuta di andarci solo per vedere quattro pastori, con un po’ di pecore ed un cane privo d’interesse per i combattimanti, con il reale rischio di gravi conseguenze con il governo, in caso di eventuali incidenti.  Molte parti del Karakum Desert, sono considerate parchi nazionali e quindi completamente inaccessibili agli stessi abitanti della nazione, figuriamoci agli stranieri. Lungo le strade di percorrenza, che attraversano il Karakum Desert, si vedono molti pastori con pecore, ma sono quelli degli adiacenti villaggi e spesso si spostano a cavallo di un asino e non hanno cani, in quanto lì, raramente arrivano i predatori.

Nel Turkmenistan, non esistono pedigree per i cani, bensì dei certificati rilasciati dal Ministero che ne attesta l’autenticità, di alcuni soggetti, come Turkmen Alabai (o Alabay). Al contrario di cosa si potrebbe immaginare, tale certificato non viene rilasciato dal governo per regolamentarne il commercio, bensì per vietarne tassativamente l’esportazione, in quanto l’Alabai (o Alabay), cone il cavallo Akhal Teké, sono considerati patrimonio dello stato e quindi assolutamente intoccabili dagli stranieri. Di qui, nascono spontaneamente seri dubbi, in merito a cosa viene riportato su molti siti di tutto il mondo, dove si sostiene che alcuni cani, esibiti nelle esposizioni F.C.I. siano di sicura importazione turkmena. In effetti, è ancora possibile esportare un cane dal Turkmenistan, ma deve possedere un certificato veterinario, sempre rilasciato dal governo, che ne attesti la “NON APPARTENENZA” alla razza Alabay, quindi privo di ogni documentazione ufficiale che ne consentirebbe la trascrizione nei nostri pedigree. Molti cani da Pastore dell’Asia Centrale, uscirono dal Turkmenistan, in un passato remoto, ma oggi se ne trovano solo più le discendenze selezionate  (..e spesso mixate), dai vari allevatori di altri stati. E’ ancora possibile, esportare oggi dal Turkmenistan, un cane aborigeno, anche di grandi qualità, ma non può essere riconosciuto ufficialmente all’estero come autentico Pastore dell’Asia Centrale e quindi provvisto di regolare pedigree internazionale, in quanto privo di certificazione governativa.

I turkmeni, ridono a crepapelle, quando hanno l’occasione di leggere alcune recensioni di allevatori o pseudo esperti russi, ukraini, polacchi, etc… che sostengono l’originalità dei loro cani come di sicura origine turkmena. Ma loro sono dei signori, non sono stati abituati a criticare chi la pensa  in modo diverso e quelli se “masticano” un po’ d’inglese”, si limitano a dire: “ This is only their opinion”.

 

PASTORE DELL'ASIA CENTRALE CON PEDIGREE
ALLEVAMENTO PASTORE DELL'ASIA CENTRALE
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